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Recensione

Da dove partire con un libro così immenso come The real deal del grande Joe McNally? Iniziamo dalle dimensioni, molto importanti: il libro ha una bellissima copertina rigida (finalmente!) e un formato praticamente quadrato di 26 cm. La scelta, a mio parere, è perfetta per il libro cui ci troviamo di fronte, perché ricorda molto i libri di portfolio, nonostante non sia uno di questi.

Infatti, il libro ha testo, anzi.. ha molto testo! Joe, come sempre ci ha abituato, non si è tirato indietro, e ha raccontato in questo libro la sua vita da fotografo, dai primi difficili anni con pochi mezzi a disposizione fino ai giorni attuali con mirrorless e decine di flash. Non mancano le fotografie, che anzi spesso prendono anche paginate intere, però questa volta fanno da contorno alla narrazione. The real deal è, infatti, un testo completamente diverso da quelli a cui ci aveva abituato Joe: qui non troveremo schemi su come aveva sistemato i flash per arrivare ad ottenere una certa foto, dati di scatto, modificatori utilizzati, etc. No: qua si parla della sua vita da fotografo, delle difficoltà (a volte anche tecniche) che ha dovuto affrontare, di come ha risolto i problemi. Si passa così da discorsi molto personali ad aneddoti, da racconti di servizi fotografici realizzati per clienti ad argomenti fotografici in generale (tipo la luce delle finestre, il mondo della multi-esposizione etc), senza però mai entrare nel tecnico con numeri e numeretti.

Per quanto sia complesso da leggere a causa dell’inglese non proprio agevole (non lo consiglio a qualcuno che abbia problemi a leggere in inglese, io per primo spesso ho avuto difficoltà a capire cosa intendeva con certe frasi), è un libro che ho veramente amato. Ci racconta così tanto di questo grande fotografo, di come crea le foto, di quanto ha dovuto combattere nella sua vita, che è veramente difficile non apprezzarlo. Se non ci fosse il problema della lingua, sarebbe un libro che consiglierei veramente a chiunque, perché non ha praticamente nulla di tecnico al suo interno, ma ci apre la vista sul mondo della fotografia professionale, con la P maiuscola. Inutile dire che le foto all’interno sono stampate benissimo (su questo la Rocky Nook, casa editrice che propone tantissimi testi di fotografi, non è seconda a nessuno). Il formato grande e pesante (con la copertina rigida raggiunge 1.7 kg di libro) corona perfettamente questo testo, che, mi duole dirlo, penso potrebbe essere l’ultimo del mio mito McNally, dato che in esso racconta la sua vita. Mai dire mai, io spero continui a scrivere altri libri, sarò sempre pronto a leggerli appena usciti! Se tenete a McNally, se avete la voglia di metterci la testa in un libro un po’ impegnativo, The real deal – Field notes from the life of a working photographer non può mancare alla vostra collezione!

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