Spesso, soprattutto agli inizi, ci viene consigliato di utilizzare piccoli diffusori per i flash, come questi (detti stofen), o questi (diffusori a cupola), o questi (tipo Lightsphere o Lambency), per ottenere una luce più morbida.

È bene ricordare, però, che la morbidezza della luce dipende dalla sua grandezza rispetto al soggetto, quindi questi piccoli modificatori non servono per rendere la luce più morbida, poichè non ne aumentano in maniera significativa la dimensione. Quello che fanno è, invece, disperdere la luce in un numero maggiore di direzioni, aumentarne l’angolo coperto. Così facendo, in ambienti chiusi, si incrementa molto la probabilità di far rimbalzare la luce su superfici come pareti o soffitti, e il risultato è che si ottiene una luce più morbida, o quantomeno meno contrastata.

Nel video che trovate qui sotto spiego nel dettaglio questo comportamento, analizzando, in particolare, l’angolo coperto dalla luce con i diversi modificatori. Viene inoltre analizzata la differenza di copertura della luce che si ottiene con un flash a bulbo (tipo i flash da studio o quelli come il Godox AD300PRO) e gli speedlight (come il Godox V860III utilizzato in questi confronti).

Successivamente al video (diviso in due parti per renderlo un po’ più leggero), trovate le immagini di confronto, sia laterale che frontale, così che possiate farvi anche una vostra idea su questo argomento.

A presto!

Stefano

PARTE 1
https://youtu.be/jWua7jz9OHQ
PARTE 2

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